Lameba: due nuovi singoli a sfondo ideologico

per comunicato

Si intitolano ...and people are watching sitting in a room e Return to our normality i due nuovi singoli sperimentali di Lameba (side project di Stefano Gallone degli Agate Rollings), usciti a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro per pura esigenza espressiva.

…and people are watching sitting in a room
(YouTube)

Return to our normality
(Bandcamp)

Il primo, ...and people are watching sitting in a room, applica la stessa tecnica di scomposizione del suono per risonanze messa in pratica da Alvin Lucier nella sua celebre opera I am sitting in a room (ideata nel 1969 ma incisa su disco solo nel 1981). La fonte sonora di partenza, però, non è una voce recitante ma l’audio del video che ha testimoniato la drammatica vicenda di George Floyd, ucciso dall’agente di polizia Derek Chauvin con la complicità di altri tre colleghi a Minneapolis (Minnesota, USA) il 25 maggio 2020.

Il messaggio suggerito dalla scomposizione sonora dell’audio di quel filmato appare ben chiaro a chi davvero vuole capire.

«Sentivo il bisogno di creare una sorta di cortocircuito tra la pura realtà e quello che noi, qui seduti comodi sui nostri divani davanti a un televisore di ultima generazione, siamo in grado, eventualmente, di capire», spiega Stefano.

«Possiamo scendere in piazza quanto ci pare e farci belli agli occhi di chissà quale mondo, ma non avremo mai la concreta capacità intellettiva – almeno per questa situazione e in queste circostanze – di comprendere a fondo le reali condizioni di vita della comunità nera negli Stati Uniti. Come non l’abbiamo nei confronti degli immigrati che rischiano quotidianamente la vita vedendo in noi la loro ancora di salvezza. Siamo solo un popolo in larga parte cieco e ottuso, ansioso di sapere quale sarà il prossimo hashtag da inserire ad un post che ci permetta di continuare a seguire il branco rimanendo comodi e senza mai sporcarci le mani. Un branco che crepa di paura all’atto pratico (non sia mai dovesse perdere divano e televisore, peggio ancora lo smartphone) e si affida, seppur inconsapevolmente (quindi senza riconoscerla), a una maggioranza di persone realmente serie, concrete, preparate, utili e profondamente altruiste, che hanno l’unico difetto di essere talmente sane e genuine da accettare di trarre in salvo (e le recenti tragedie pandemiche ce lo hanno dimostrato) anche delle bestie immonde come loro».

Il secondo brano, Return to our normality, trae spunto e fonti sonore, invece, dalla manifestazione che ha avuto luogo a Roma in Piazza del Popolo lo scorso 2 giugno.

«A proposito di bestie, non potevo uscire illeso da quello che è successo a Roma il 2 giugno scorso», prosegue Stefano. «Non mi va di parlarne, ed è uno dei motivi per cui preferisco trasformare gli escrementi in opera d’arte sonora per sfruttarne il potere comunicativo (dell’opera d’arte e, per certi versi, anche degli escrementi). Basta far partire il brano e ascoltare quello che è stato detto realmente. È curioso come la richiesta accorata di istruzione e informazione arrivi da un pulpito le cui basi sono all’origine della merda in cui siamo costretti ad annaspare per cercare di capirci qualcosa in un mondo cognitivo non alla frutta, all’ammazzacaffè. Un pulpito che crede di sventolare il tricolore quando, in realtà, ci sta cagando sopra».

Questi i link per ascoltare i brani (disponibili comunque su tutte le piattaforme digitali):

…and people are watching sitting in a room
(YouTube)

Return to our normality
(Bandcamp)

 

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