LAMEBA – “Standing on a bleeding twilight” in streaming e download digitale

Standing on a bleeding twilight, il primo album di Lameba (il side project di Stefano Gallone degli Agate Rollings) è ora disponibile in streaming e download digitale su

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FRONT

Si intitola Standing on a bleeding twilight l’esordio discografico del side project di Stefano Gallone (componente del duo di elettronica ambient sperimentale Agate Rollings) che prende il nome di LAMEBA.

Il progetto nasce nella fase di registrazione del prossimo album degli Agate Rollings e si basa su sonorità e impostazioni concettuali differenti e più estreme rispetto a quelle acquisite dalla band principale.

Un desiderio che nutrivo da molti anni – spiega Stefano – era quello di sentirmi sufficientemente maturo per provare a realizzare un album fatto di collage sonori e sovraincisioni architettate in maniera concettualmente costruttiva. Ho sempre subito l’enorme fascino proveniente dalle sperimentazioni – soprattutto italiane – degli anni ’70, periodo estremamente fertile di idee ma, allo stesso tempo, libero in termini di tentativi di innovazione. Oggi più che mai, provo più emozioni nel lasciarmi trasportare da “Goutez et comparez” che nell’assistere all’ennesima insignificante idolatria a breve termine.
E poi, a quanto pare, avevo qualcosa nel cassetto che aspettava di dire la sua da tanto tempo, pazientando con estrema calma per venir fuori al momento giusto. Oggi più che mai – anche in questo caso – quel qualcosa può essere verificato sulla pelle di tutti noi proprio sotto la luce di quella mia percezione.

Collage sonori, found object, rielaborazione elettronica, cut-up, sovraincisioni e montaggio concettuale sono gli strumenti fondamentali utilizzati per riportare ogni ideologia ed ogni gesto alle sperimentazioni degli anni ’70, dove personalità del calibro di John Cage, Alvin Curran, Karlheinz Stockhausen, Franco Battiato e collettivi come il Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, Musica Elettronica Viva o The Feed-back apprendevano e sviluppavano nuovi linguaggi compositivi capaci di esprimere concetti ben precisi attraverso nuove modalità strutturali e cognitive. Si tratta di campi semantici scelti tutt’altro che casualmente per esprimere al meglio un’idea estremamente profonda e difficile da esternare, in linea con i fermenti dell’epoca ma diametralmente opposti in termini di convinzioni antropologiche e politiche attuali.

Io e Alessandro [Sgarito, ndr] eravamo nel pieno delle registrazioni, dell’assemblaggio e del missaggio del nostro nuovo album quando, cercando alcuni frammenti che ricordavo di aver conservato in una memoria esterna piuttosto datata, ho ritrovato tutta una serie di altri frammenti risalenti ad almeno una decina di anni fa.
È stato un viaggio mnemonico istantaneo e istintivo. Più di un decennio fa prendevo il coraggio sulle spalle e provavo a portarlo verso una nuova vita, non senza enormi difficoltà interiori. I primi anni di università, la vita solitaria, le esperienze in comune in un periodo di apparente nuovo fervore politico e studentesco mi coinvolsero nell’idea di poter cambiare definitivamente il mio mondo. Ogni azione compiuta mi portò dove ho scelto di essere ora. Suoni, rumori, filmati, progetti sospesi, scorci di scrittura, ore e ore di esperienze reali cercavano di costruire un trampolino di lancio verso un presente consapevole, accettabile, condivisibile e – se possibile – memorabile.
Ma le cose, nella realtà più profonda, non stavano così.

Se ora sono qui a riascoltare l’ordine orizzontale e verticale che ho dato a tutti questi pezzi di vissuto, è perché ho messo le cuffie e mi sono chiuso in camera a sovrapporre ricordi e considerazioni attuali figlie del fatidico senno di poi.
Quello che vi si aprirà all’udito, se avrete voglia di accoglierlo, sarà il risultato di visioni e suggestioni provenienti da riflessioni contenutistiche che mettono definitivamente dietro le sbarre – dentro di me – pseudo-sincerità a buon mercato e passioni socio-politiche in cui ho creduto di poter vivere in quei momenti. Tutte convinzioni violate dal barbaro susseguirsi delle personalità che urlavano attorno e dentro di me. Vuote. Convenzionali. Da mera propaganda per ciò che sarebbe accaduto di lì a poco nel web marketing elettorale.

“Cosa vuoi fare da grande?”, chiedevo. “Il bambino”, mi rispondeva un amico mentre intorno si saltava l’ennesima lezione con vecchie bandiere scolorite in spalla lungo via Cavour.
Impossibilità irreversibili. Si era già metadati.

Dove ci siamo fermati, dopo quelle manifestazioni in piazza?
Perché non ci siamo più rivisti la sera al pub?
Chi eravate? Chi ero?
Chi siete, ora? Chi sono io, adesso?
Abbiamo scelto di passare oltre. Forse l’idea di rivoluzione, ormai, sopravvive reagendo al suo significato vilipeso.
Ma cosa chiedevamo, esattamente? Siamo andati via da lì senza salutarci e forse è giusto così. Lo sapevamo che non sarebbe mai iniziata. Che strana Idra, la nostra generazione.
Affrontavate con (per me) incomprensibili sorrisi un puro martirio generazionale. Eravate morti ma ballavate. E ballavo anche io con voi, ma non sono ancora del tutto preda delle targetizzazioni di Facebook.
Vi guardo oltre i cancelli della memoria di un ragazzo che si fa uomo fuoricorso. Impongo una tara a tutti gli osanna verso ogni nuovo dio dello sviluppo. Che può non essere progresso.

LAMEBA
Standing on a bleeding twilight
(AR Recordings, 2018)
ARR-009

1. Standing on a bleeding twilight (35:34)

Phase I – Hypnosis
Phase II – State of regression
Phase III – Breathe
Phase IV – We’re dead and we’re dancing

Stefano Gallone
(collage, found object, synth, montaggio, missaggio)

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3 risposte a "LAMEBA – “Standing on a bleeding twilight” in streaming e download digitale"

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